L’11 novembre, in tutto il mondo cattolico, si ricorda e si festeggia san Martino di Tours, santo che è associato nell’immaginario collettivo alla carità, all’amore nei confronti degli animali e alla guarigione degli infermi. Nel mondo contadino scandito da religiosità, questa giornata è quella in cui, tradizionalmente «ogni mosto diventa vino».
In pratica, nei primi giorni di novembre, e quindi non necessariamente il giorno di san Martino, è pronto e disponibile il vino novello. C’è chi lo ama alla follia, chi preferisce altro. Ma quel che è certo è che la figura di questo santo è profondamente associata a quel momento dell’anno in cui le vigne restituiscono integralmente il loro prodotto di trasformazione, ovvero il vino.
Immaginate la scena (anche se magari quest’anno fa più caldo del solito, anche per essere la cosiddetta «estate di san Martino», e quindi l’impresa appare ardua). Un caminetto che scoppietta, un gruppo di amici o di famigliari, bicchieri di vino rosso che tintinnano al grido di «cin cin» o «prosit» e naturalmente, data la stagione, tante caldarroste.
Qui a Conca della Campania è naturalmente un momento non certo insolito, dato che le castagne sono un frutto che cresce fortunatamente in grande abbondanza, e che, grazie alla primitiva, abbiamo a disposizione fin dalla fine di agosto.
Riuscite a figurarlo nella vostra mente? Le caldarroste che vi scaldano le mani, voi che le pulite meticolosamente e impazientemente, mentre le dita si tingono irrimediabilmente di nero. Ma non fa niente: non solo il gioco vale la candela, ma una manciata di castagne calde e gustose valgono molto più di qualche polpastrello annerito.
Che stiate per incominciare un pasto o l’abbiate appena terminato, che vi troviate in una situazione conviviale allargata o decisamente intima, le castagne con il vino sono un must di stagione. Ricordano il calore dell’autunno, gli affetti dell’infanzia come i nonni e le nonne, un po’ di sane coccole con un cibo di conforto, come le castagne, che possiedono al tempo stesso caratteristiche benefiche, gradevoli al gusto e pregne di tradizione.
Non si tratta solo di cibo, ma della poesia che ognuno di noi si porta dentro, forse sopita dal tran tran quotidiano. Ma a volte basta una caldarrosta, come la madeleine di proustiana memoria a risvegliare memorie, sentimenti, emozioni.